Se vincerà il migliore, il Mondiale è di Max

Eccoci al Triello o, come ha titolato Autosprint al “Tre nel deserto“. Siamo alla resa dei conti. Domenica alle 14 scatta l’ultima gara di un 2026 che ci sta sorprendendo fino all’ultimo, considerando che la McLaren ha vinto il Mondiale Costruttori a Singapore e domenica rischia di perdere quello piloti.

Se dovesse vincere il migliore non ci sarebbero dubbi: il Mondiale 2025 andrebbe dritto e filato nelle tasche di Max Verstappen che arriva all’ultimo appuntamento della stagione con 14 punti da recuperare su Lando Norris e 2 di vantaggio su Oscar Piastri.

Se pensiamo che a settembre, alla vigilia di Monza, Max aveva 104 punti di ritardo, capite perché il titolo lo meriterebbe lui che corre contro una macchina decisamente superiore alla sua Red Bull. Solo che in McLaren hanno delle regole di vita che sono bellissime in un mondo perfetto, ma pericolose in uno sport dove un millesimo di secondo può riscrivere il finale di un libro.

Max uscirà da questo 2025 in formato gigante. Comunque finirà lui la sua sfida l’ha già vinta. Ha tenuto vivo un campionato correndo con una macchina inferiore a quella dei suoi avversari, con un team che ha incassato 426 punti (396 suoi) contro gli 800 della concorrenza papaya.

Se le papaya rules non finiranno accartocciate in  un cestino (“Io spero che Oscar mi aiuti, ma non sarò io a chiederglielo”, ha detto Norris), il rischio che si possa assistere ad uno dei suicidi più assurdi della storia dello sport è concreto. Con Max che comincia già i suoi giochi mentali con i giovani avversari: “Io di quei trofei ne ho già quattro a casa e mi sembra sempre uguale”, dice sornione sottolineando che lui mamma e papà non li ha neppure invitati allo show… Quasi passasse di qui per caso.

La faccia di Lando racconta tanto. in conferenza sembra il più sofferente e quando dalla platea chiedono ai tre se hanno qualche rimpianto lui apre il cahiers de doléances mentre i suoi due avversari passano via rapidamente. “Se tornassi in Canada, probabilmente agirei diversamente, visto che l’errore fatto mi è costato un bel po’ di punti. Poi c’è stata la qualifica in Cina ed altre piccole sbavature nell’arco della stagione. Ma credo sia così per tutti. E ci sono state circostanze come il ritiro a Zandvoort o la squalifica di Las Vegas, che mi è costata un bel po’ di punti. Ma non è sfortuna, semplicemente non è stato fatto un buon lavoro come squadra”. Lui cerca di nascondere a tensione, parla di un weekend come gli altri, ben sapendo di mentire quando dire che sarebbe conento anche se finisse male.

QUELLE PAPAYA RULES

Alla domanda su che cosa avesse deciso il team in caso a fine gara ci si ritrovasse co Verstappen in pista, Piastri dietro di lui e Norris giù dal podio (quindi con il titolo a Max), Lando ha risposto: “Non se n’è parlato se me lo chiedete, beh, onestamente mi piacerebbe molto. Ma non credo che lo chiederei, dipende da Oscar se vuole farlo o meno. Sarebbe lo stesso a parti invertite. Sarei disposto a farlo? Credo di sì, ma solo perché è così che sono. Ma non voglio chiedere nulla, e se dovesse accadere uno scenario simile con Max vincitore, beh, diremo congratulazioni a lui e non vedo l’ora che arrivi l’anno prossimo. Non cambia nulla, non mi cambia la vita”.

“Non è qualcosa di cui abbiamo discusso – ha confermato Piastri – finché non so come andranno le cose, non ho una risposta da dare”.

Siamo messi bene. E Max ghigna….

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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